Paflasmòs

domenica 12 novembre 2017

Clicca e ascolta "LETTERA APERTA PER CIASCUNO DI VOI" Condividi "Bastiàn Contrario"

06/11/17
36a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:
Bastian Contrario_Lettera Aperta per Ciascuno di Voi
Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda 
Lunedì ore 19.00 su www.yastaradio.com 
Lunedì ore 21.00 su Radio RCS 
(91.5fm Basso lago di Garda e 98.6fm Bassa Veronese e Lessinia)

in replica al Giovedì alle 11.00 su www.yastaradio.com
in replica la Domenica alle 23.00 su www.yastaradio.com

Bastiàn Contrario:

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"Io penso che ciascuno di noi abbia lo stesso diritto alla vita e alla sua qualità essenziale: per uno può essere preminente proprio la sopravvivenza, per un altro la possibilità di salire una rampa di scale, per un altro andare dal medico, per un altro avere una casa, per un altro poter andare da un luogo ad un altro."

Cari Amici nella Vita e cari Amici di facebook, 
oggi scrivo a tutti voi, come se lo facessi con ciascuno di voi personalmente, come se vi mettessi il mio cuore in mano e vi permettessi di aprirlo e guardarci dentro.

Con alcuni di voi ho un legame più forte, con altri più antico, con altri di sangue.
Abbiamo condiviso momenti insieme, leggeri o intensi, facili o difficili, ma mai pesanti, ed è inutile, che lo ripeta, per me siete importanti.

Ultimamente, però, sta accadendo qualcosa, qualcosa che ci tocca tutti e alla quale reagiamo ciascuno secondo la propria sensibilità (che non significa necessariamente  avere un cuore delicato e compassionevole, ma troppo spesso significa anteporre la propria “vulnerabilità” e “suscettibilità” al resto delle persone e dei loro problemi).

E qui comincia il contenuto della mia Lettera Aperta per Ciascuno di Voi.

La situazione nel mondo va sempre più a rotoli.
Guerre, povertà, cataclismi, ingiustizie, violenza, abusi...chi più ne ha, più ne metta.
Siamo cresciuti tutti sotto lo stesso cielo e ci siamo riempiti molto spesso la bocca, e troppe meno volte il cuore, delle parole Libertà e Rispetto.

In mezzo a questi concetti, a un punto non ben definito della Storia, si è insinuato il deplorevole concetto di “DIRITTO” non più inteso come qualcosa di connaturato alla Vita stessa, ma come qualcosa assoggettato a meccanismi e cavilli che hanno negato la natura stessa dell’intenzione della salvaguardia del Diritto.

Un essere vivente in quanto tale ha il diritto assoluto e inviolabile di vivere dignitosamente,   e se questo essere vivente è un Essere Umano questo diritto passa attraverso la possibilità di nutrirsi, vestirsi, avere un posto in cui ripararsi e la libertà di agire, spostarsi e avere relazioni con altri esseri umani, fino a che non compie qualche atto che lede qualcun altro e allora gli viene negata giustamente la libertà. Ma solo quella, in teoria.

Ecco, questo credo sia la base indiscutibile della Vita.

Mi auguro sinceramente che almeno fino a qui, siamo tutti d’accordo...

Succede però che la nostra vulnerabilità, ben solleticata dagli interessi e dalle paure di alcuni come i politici, gli economisti o i giornalisti, che hanno il potere di influenzarci (prevalentemente perché in qualche modo li crediamo più intelligenti e capaci di quanto non siamo noi stessi) ci mostri scenari di altro genere.

Siamo stati così bombardati da questo sistema di visione delle cose che non ci siamo accorti che, anziché proteggere, salvaguardare, sostenere la Vita delle Persone, stanno tentando di portarci al massimo SVALORE della Vita per salvaguardare un’entità astratta, amorale e insensibile  che è la Dea Economia, vuoi facendoci lavorare fino a età inammissibili come schiavi senza  spazi in cui inserire noi stessi e senza possibilità di realizzazione, vuoi sovratassandoci, vuoi non fornendoci cure adeguate - ma splendidi ospedali tutti marmo e cristallo - e chi più ne ha, più, anche qui, ne metta.

Molti di voi sanno che  da qualche anno ho abbracciato il Buddismo di Nichiren Daishonin e lasciato il Cristianesimo: questo passo non è avvenuto perché non riconoscessi validi i principi Cristiani, anzi. L’ho fatto perché nel Buddismo permangono tutti quei valori, ma se ne aggiunge uno fondamentale: la responsabilità individuale di ogni singola azione con la consapevolezza che ciascuna contribuisce a sostenere o negare non solo la mia Vita e la mia felicità, ma anche quella di tutte le Persone, essendo profondamente e invisibilmente tutti collegati.

Faccio questa premessa, non per parlarvi della mia religione ma per sottolineare che comunque partiamo tutti - chi per fede, chi semplicemente per influenze di nascita - da un ambiente cristiano.

Io proprio - e vi chiedo scusa perché non vorrei che vi sentiste attaccati, quanto piuttosto che aveste la voglia e la forza di riflettere sulle mie parole - non riesco a comprendere come sia possibile dichiararsi Cristiani (ma anche Buddisti, se fosse!) - e dimenticare che quella che dichiariamo essere la nostra Fede mette al primo posto il Valore assoluto e indiscusso di Ciascuna Vita.

Ricordo di aver imparato la Carità, la Fratellanza, l’Accoglienza, la Cura dei Malati, la Compassione nei miei anni di formazione Cristiana. Credo che sia così per tutti quelli che ne sono stati influenzati, anche se magari non hanno fede di alcun genere.

Ma credo anche che sia semplicemente così che un essere Umano dovrebbe sentirsi di comportarsi... semplicemente perché l’Umanità dovrebbe essere per noi la qualità più preziosa di cui fregiarci e da tenerci cara in assoluto!

Quando sento che i diritti dei lavoratori vengono prima di quelli delle madri single che vengono prima di quelli dei portatori di handicap che vengono prima di quelli dei pensionati che vengono prima di quelli degli stranieri che vengono prima di quelli degli omosessuali che vengono prima di quelli uccisi in carcere che vengono prima di quelli dei senzatetto che vengono prima di quelli delle ragazzine stuprate che vengono prima di quelli dei bambini abbandonati che vengono prima di quelli degli immigrati irregolari che vengono prima di quelli dei terremotati ma dopo quelli degli alluvionati che vengono prima di quelli del malato...cosa volete che vi dica? Per me i diritti vengono “insieme”.

Io penso che ciascuno di noi abbia lo stesso diritto alla vita e alla sua qualità essenziale: per uno può essere preminente proprio la sopravvivenza, per un altro la possibilità di salire una rampa di scale, per un altro andare dal medico, per un altro avere una casa, per un altro poter andare da un luogo ad un altro.

Non so perché, ma io le sento tutte sulla mia pelle queste facce del diritto di Vivere libera e dignitosamente, e quando voi trattate con disprezzo, sufficienza, scherno o addirittura odio anche una sola parte dell’Umanità, beh, ogni volta mi sento colpita al cuore come se fosse ME che state negando e colpendo con il vostro disprezzo e la vostra noncuranza...e quanto più vi voglio bene, tanto più la ferita è dolorosa e profonda.

Io posso solo sapere quanto VOI siete importanti per me, ovviamente. Non posso sapere “dove” sono IO nel vostro cuore.

Ma se siete tra quelli che gridano “a morte!”, o che godono a provocare su queste cose, vi muovo una preghiera: io non posso farvi cambiare idea, ma posso chiedervi di rileggere questa lettera e iniziare a pensarci su.

Se riuscirete a capirmi e a fare vostro il mio pensiero...beh, sarà per me una gioia incomparabile. 
Se riuscirete quanto meno a fare in modo che non ci sia mai occasione di andare su certi argomenti tra noi, sarà un po’ come nascondere i panni sporchi nella cesta, ma sarà possibile comunque mantenere in essere  la relazione tra quella parte di bellezza che comunque è insita (tanto quanto quella brutta) in ciascuno di noi.

Ma se proprio non riuscite o non volete capirmi, credo che non sarà possibile continuare la nostra relazione perché la sola cosa nella Vita che proprio temo e mi fa stare profondamente male è la cattiveria, in qualunque direzione si manifesti...


E siccome, proprio come a voi, non mi piace soffrire, sarò costretta a scegliere e sceglierò  me stessa con tutti gli altri “sfigati” come probabilmente li chiamate quando siete di buona, evitandovi ma sperando di incontrarvi ancora, quando il nostro sentire potrà essere più vicino.

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