Paflasmòs

domenica 24 settembre 2017

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18/09/17
29a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio

presenta:
Bastian Contrario_Io Donna Io Persona
Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda 
Lunedì ore 19.00 su www.yastaradio.com e dalla prossima puntata anche
Lunedì ore 21.00 su Radio RCS 
(91.5fm Basso lago di Garda e 98.6fm Bassa Veronese e Lessinia)

in replica al Giovedì e al Sabato alle 11.00 su www.yastaradio.com

Bastiàn Contrario:

"IO DONNA, IO PERSONA."
per l'ascolto clicca QUI

clicca su "Continua a leggere...»" per il testo

Beh, cari voi, cari bravi uomini, dovete finirla.

Si, dovete finirla di stare in disparte, di rifugiarvi al sicuro tra le nostre braccia, di guardare al vostro orticello che vi da piacere e sicurezza, perché è ora che comprendiate che quella parte di maschi, piccola o grande che sia, che tratta noi femmine come accessori della loro vita, come parassiti della loro quotidianità, come tiro al bersaglio, come giocattolo usa e getta...è forte anche del vostro silenzio, tacito consenso alle loro porcate! (continua)



Cari i miei Pirati di Radio, ossia voi della ciurma e della baia di yastaradio.com, oggi vi prendo in causa, perché per questo Bastiàn Contrario ho bisogno di complici per portare il mio bordeggio ai nostri Pirati di Terra.

Sono l’unica Donna di questa nave, e ho la fortuna che non tutte hanno, di poter contare sul manipolo di Uomini che naviga con me...

Pronti a salpare con me?

Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...

Se entro in ospedale colpita da un infarto, credo sia normale e doveroso che, in quanto in un momento particolare e delicatissimo, ci sia qualcuno che si occupi di me, accompagnandomi, creandomi cosiddette corsie preferenziali, e allertando un certo numero di azioni mirate alla situazione specifica che mi riguarda considerandomi, nel lasso di tempo contingente “speciale”.

Così come nel caso della diversa abilità: mi è impensabile una società che non si prenda cura di snellire, dove possibile, la macchinosità che certe situazioni di vita comportano per propria natura adoperandosi appunto per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per gli spazi accessibili e riservati a certi spettacoli, per i famosi parcheggi dedicati, per le facilitazioni all’uso dei mezzi pubblici, le modifiche mirate delle auto...

Sono due situazioni in cui diventa necessario e doveroso fare i conti con una difficoltà specifica, temporanea o meno che sia.

Non mi risulta, però, che necessitino attenzioni equivalenti che so?, per tutte le persone alte più di 1,70 ma meno di 1,82, o per quelle che hanno un abito grigio, o per quelle che amano i fiori, o per quelle che ascoltano la radio...

Se, a parte mia cugina, non conosco altre donne muratrici, non l’ho mai considerata una discriminazione sessista, ma eventualmente di prestanza fisica: è innegabile che per spostare e maneggiare cemento, malte e mattoni sia necessaria una data forza che non tutte le donne - ma alla fine nemmeno tutti gli uomini - hanno.

Lo stesso vale per un lavoro di guardia del corpo o di facchinaggio.

Cosa sto cercando di dire? Sto cercando di dire che, per quanto esistano delle ovvie e innegabili differenze fisiologiche tra gli esemplari maschi e femmine della specie umana, questo non dovrebbe comportare che una delle due parti sia riconosciuta come sostanziale alla specie e l’altra accessoria.

Quando si parla di un maschio della specie, non è necessario che gli vengano attribuiti, o assegnati o riconosciuti specifici diritto o doveri: in quanto “maschio” tutto sembra apparire chiaro, scontato, insito, inalienabile, dovuto.

Ma quando l’esemplare è femmina, si aprono due situazioni diametralmente opposte e contraddittorie: da una parte viene posto in essere un atteggiamento quasi di tutela, di accondiscendenza, di compiacenza inventando porcate come le quote rosa e i parcheggi rosa (che poi non si capisce perché, visto che ci sono, a questo punto non siano disponibili anche per le madri con bimbi fino ai 6 anni, ad esempio, che sono ben più difficili da gestire, specie se in numero superiore a uno, di qualsiasi pancia da portare con sé).
Per contro, la vita, la dignità, il valore, l’autonomia, l’indipendenza, l’autodeterminazione e le pari opportunità, sono aspetti fastidiosi, deprecabili, accessori e da reprimere...sempre nell’orbita di quel forte risucchio al basso Medio Evo che nomino così spesso!

Cavolo, a 50 anni ben suonati, non avevo ancora avuto la percezione chiara che essere una Donna fosse un concetto che necessita di riconoscimento.

Credevo che essere una donna, significasse semplicemente essere una delle due preziose e connesse possibilità di nascita concernenti la specie umana. Punto.

Cioè, non c’è nessuno al mondo che possa negare che io - e tutte le altre femmine umane - siamo Donne: non ci sono esami, titoli, patenti o premi da prendere: siamo SEMPLICEMENTE l’altra metà della specie!!!

E’ vergognoso e inaccettabile avere dei privilegi in quanto Donne.

Così come è altrettanto vergognoso e inaccettabile che vengano negati diritti in quanto Donne!

Ma scherziamo?
No, cavolo! Non si può scherzare sulla dignità! E nemmeno sulla libertà!

Spero non serva elencare le varie porcate a cominciare dalle retribuzioni spesso diverse a parità di lavoro, le esplicite richieste dei datori di lavoro di impegnarsi a non avere figli ed eventualmente le dimissioni in bianco già firmate, le varie storie di mobbing in alternanza a quelle di stalking, le offese sessiste e ridicole (come se “puttana” fosse sinonimo di stupidità o incapacità, quando nella Storia più di qualche sagace e brillante “puttana” - cui va la mia stima - ha tenuto in scacco i più potenti tra gli uomini), gli stupri (che probabilmente sono stati numerosi anche negli anni scorsi, ma diventati adesso notizia quotidiana o pluriquotidiana, strumento per fomentare odio razziale e per demotivare le femmine umane dall’audacia di una vita autodeterminata e libera) per finire, banalmente ma dolorosamente, sul femminicidio, atto tra i più vili, squallidi e meschini perché compiuto da qualcuno che hai amato, da qualcuno di cui ti sei fidata e affidata, qualcuno che diceva di amarti ma per non perderti o per noia, ti ha uccisa.

Parliamo di sfuggita e per ipotesi di una situazione vagamente analoga: ammettiamo per assurdo che chissà per quale motivo una madre si trovi nella situazione in cui il padre di suo figlio decida e possa portarle via per sempre il bimbo che lei grida con tutto il suo cuore e il suo fiato di amare tanto.

Pensate che lo ucciderebbe pur di non lasciarlo al padre???
Cioè, amare vuol dire “possedere”, “prendere”, “gestire”?

Ma non se ne parla! Se c’è amore c’è libertà, rispetto, considerazione, riconoscimento del valore e dei bisogni, protezione e cura delle fragilità e mille altre cose che garantiscano in primis la sopravvivenza, ma a ruota anche tutto ciò che può fare di una vita, una vita felice! Diffidiamo sempre da chi ci chiude, ci nega, ci reprime, ci ricatta, non si fida!
E non necessariamente perché se lo lasciamo potrebbe ucciderci, ma proprio perché non ci ama. Punto e anche fine!

Ma qui, è evidente, sto parlando da donna a donna.

Di Donne in lotta, c’è pieno, dalle femministe della vecchia guardia, a alcune di quelle realmente attive in politica in questi tempi.

In realtà, invece, a me interessano gli uomini.

Eh, si, cari. E’ proprio voi che voglio prendere in causa: voi, quelli bravi, voi quelli che ci amano, voi quelli che ci rispettano, voi che costruite con noi e contando su di noi le vostre famiglie, voi che portate avanti i vostri sogni perché sapete che potete contare su di noi e sul nostro sostegno morale e pratico, voi che con noi generate le vostre figlie (i figli rientrano nella categoria maschi e quindi sono autorizzati per nascita).

Io lo so che una grande qualità maschile è quella di passarci sopra, una birra e amici come prima - cosa che per le femmine della specie è molto più difficile da fare -, lo so che non vi intromettete nemmeno nella vita dei vostri amici più cari, se non vi è richiesto espressamente; lo so che se il vostro amico più vecchio - e parlo d’età - si porta a letto una ragazzina dell’età della vostra figlia più giovane non dite nulla e vi fate gli affari vostri; lo so che se anche non lo condividete, coprite il tradimento del vostro amico e magari non ne parlate nemmeno con vostra moglie o la vostra compagna che sia...

Beh, cari voi, cari bravi uomini, dovete finirla.

Si, dovete finirla di stare in disparte, di rifugiarvi al sicuro tra le nostre braccia, di guardare al vostro orticello che vi da piacere e sicurezza, perché è ora che comprendiate che quella parte di maschi, piccola o grande che sia, che tratta noi femmine come accessori della loro vita, come parassiti della loro quotidianità, come tiro al bersaglio, come giocattolo usa e getta...è forte anche del vostro silenzio, tacito consenso alle loro porcate!

Così come è forte della cattiva gestione che si fa delle aule di Tribunale, e qui faccio un
inciso: cari giudici e cari sindaci indegni, è evidente che nei confronti delle femmine della vostra stessa specie avete la stessa sterile e ottusa mentalità di chi si macchia di reati sessuali e che avete l’empatia di un carciofo secco, incapaci di mettervi nei nostri panni anche se si trattasse di vostra madre o di vostra figlia. Allora vi chiedo, quanto potrebbe piacere a voi l’eventualità di venir aggrediti, sbattuti chissà dove, picchiati e obbligati a fare cose che ritenete ripugnanti, ad essere brutalmente sodomizzati senza alcuna premura da energumeni ributtanti o da oggetti innominabili e magari più e più volte, e magari da un numero imprecisato di schifosi assalitori...?

Vi piace, eh? Non aspettavate altro, vero? Ve la siete cercata, è chiaro!

Cosa resterebbe di voi, della vostra autostima, della fiducia nel genere umano, del piacere di ricevere un carezza...

Quando finirebbero i ricordi e le lacrime, e la paura, e il sussultare ad ogni voce o fruscio inaspettato?

Quando, quell’atto supremo che si chiama “fare l’amore”, potrebbe assumere di nuovo questa connotazione invece di farvi tremare di paura?

Certo, difficile immaginarlo: probabilmente non sarebbe con un omaccione che dividereste poi il vostro letto.

Ma una donna, probabilmente si: e non potrà più guardare con gli stessi occhi nemmeno l’uomo che ha accanto e che ama e che la ama...

Inciso concluso, torniamo alla necessità di essere uniti contro questa fra le tante assurde discriminazioni: può lo sguardo impaurito di un capriolo arrestare il cacciatore che impugna il fucile? 
Allo stesso modo, che valore può avere alle orecchie del suo assassino la voce di qualcuno che si disprezza tanto da poterlo uccidere? 
Che incisività può avere la ribelle e giusta impennata di una vittima agli occhi del suo carnefice?

Non è la voce delle Donne che deve gridare all’ingiustizia, allo schifo, allo stupro!

Non sono le Donne a dover portare in piazza scarpette rosse, a doversi difendere dai soliti squallidi quanto pietosi e insulsi insulti sessisti!

E’ una fetta di umanità coesa e complice nella sua reciprocità: Uomini e Donne pronti a battersi per il rispetto dei diritti fondamentali della Vita, senza discriminazioni sessiste o parziali.
Non siamo squadre avversarie, non giochiamo a un gioco diverso, non andiamo in direzioni opposte: siamo le due facce di una stessa medaglia, le due facciate dello stesso foglio, non possiamo esistere se non insieme: se la medaglia va nella merda, ci va con entrambe le facce: anche nel caso in cui una faccia non si sporchi...sarà lo stesso una medaglia sporca di merda, se un foglio sarà strappato...non potrà mai esserlo da un solo lato....

E’ questo che dovete capire, voi maschi che ci amate davvero: che una gamba non può avanzare senza l’altra, e che una non è prioritari all’altra, che se non siete al nostro fianco a difendere la dignità della specie umana nella sua interdipendente dualità, siete complici di quelli che ci vogliono annientare, di quelli che non hanno compreso che senza una femmina non sarebbero al mondo, che senza una femmina non potranno mai dare la Vita, quelli che a un livello più profondo e oscuro non danno valore nemmeno alla propria di Vita.

Abbiamo bisogno di voi, di voi che ci amate, ma anche di voi che ci amate come padri, come figli, come fratelli, come amici, come compagni di viaggio, non per essere difese, non per nasconderci dietro di voi, non per lasciarvi agire in vece nostra e rinunciare alla responsabilità delle nostre Vite, ma per unire le nostre differenze, per incastrare le nostre complementarietà, per fare fronte comune contro questo superficiale malcostume che diffuso come è diventato sembra essere cosa quasi normale, quasi superficiale, salvo nei casi davvero estremi...

Ma come vi dico sempre, il veleno di un vipera appena nata non è meno velenoso di quello di una vipera adulta: se è meno efficace...è solo per la quantità, non per la qualità. E la discriminazione sessuale che mi nega il rispetto di un segretario comunale in quanto Donna, non è diversa dalla discriminazione sessuale di chi mi ammazza, in quanto Donna...La natura delle cose non cambia, cambia solo la sua portata in relazione all’intensità...perciò voi Uomini, Uomini che ci amate, se ci amate non potete più tacere.

Questa volta sono io che scivolo in cambusa a prender spunto da Topus in fabula: penso a quegli eroi che difendono le persone: passo dall’immagine di Superman, a quella del trio di Streghe, o ai vari cartoni animati giapponesi degli anni 80 con i loro transformers tipo Goldrake tanto per dirne un paio.

E mi passano alla mente figure religiose dell’oriente che credevo mitologiche.

Scopro, senza dilungarmi nei vari passaggi, che è visione trasversale tra le culture quella della persona comune che acquisisce poteri sovrumani quando non combatte per se stessa, ma per gli altri. Scopro che questo accade davvero: un Gandhi, per esempio. Un Mandela. Una Rosa Parks.

Abbiamo bisogno di diventare Eroi insieme, non per proteggere noi stesse, ma per ritrovare la profonda grandezza della razza Umana...


...e anche per oggi eli the worst ammaina le vele e vi invita al prossimo bordeggio in replica al giovedì e al sabato alle 11,00 e con una nuova rotta lunedì alle 19.00.
e se vi pare di esservi persi qualche cosa...tutti i precedenti Bastiàn Contrari li potete trovare sul blogspot di Elena Furio.


Grazie ancora per la compagnia e per la vostra partecipazione e Pirati o non Pirati...restate su yastaradio.com, l’unica radio dalla quale ascoltare proprio quei pezzi che ... di solito non si riescono mai a trovare, un po’ come questo di Mia Martini che mi è così caro - come cara mi è lei da sempre! - e attinente al nostro odierno bordeggio. Vai, Mimì!

Testo della canzone:

“Sono stata una cover-girl su riviste per uomini soli preoccupata di tenere
i seni spinti bene in fuori con un brandy tra le gambe e una moto dietro la schiena all’inizio ero felice
poi mi sono fatta pena.
----
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto come bambola da letto
io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto
una donna, una persona.

Sono stata una madre esemplare sei bambini da allevare
un aborto ogni due anni
e io zitta a sopportare
se il mio uomo mi picchiava mi ammiravano i vicini
il mio odio ed il mio amore lo sfogavo sui bambini.
----
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto come bambola da letto
io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto
una donna, una persona.

Sono stata una vedova austera sempre forte, sempre nera sono stata d’esempio per tutti non uscivo mai la sera
tanti uomini m’hanno cercata finché in una notte strana
ho aperto la mia porta m’hanno dato della puttana.
---
Io donna, io persona invenduta sulla strada
ma innalzata come santa
io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto
una donna, una persona"


Lunedì ore 19,00 la nuova puntata
Giovedì e Sabato ore 11,00 le repliche
Le mie puntate sul blogspot di Elena Furio.


Ma NOVITA’ dalla prossima PUNTATA:

Appuntamento anche su Radio RCS al lunedì ore 21.00
91.5fm Basso lago di Garda
98.6fm Bassa Veronese e Lessinia

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