Paflasmòs

lunedì 5 giugno 2017

Clicca e ascolta "BLACKOUT" Condividi "Bastiàn Contrario"

05/06/17
14a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:
Bastian Contrario_ Blackout
Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda su www.yastaradio.com
al Lunedì ore 19.00
in replica al Giovedì e al Sabato alle 11.00


Bastiàn Contrario:
"BLACKOUT"
per l'ascolto clicca QUI

clicca su "Continua a leggere...»" per il testo





Molti anni fa, una persona per la quale, mea culpa, non nutrivo nessuna stima, segnò la mia vita con una di quelle perle di saggezza che solo chi è consapevole dell’andamento alterno della Vita e delle proprie capacità può sentenziare...

Ed eccomi a bordo anche oggi, cari i miei Pirati di radio e di terra!
Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?


Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi... e grazie, Gabriele, per lo spunto che mi hai dato: sentendo Finardi, per associazione di idee, ho invitato a bordo della nostra Radio Pirata - la Radio nella Radio, una sorta di extraterrestre.


Molti anni fa, una persona per la quale, mea culpa, non nutrivo nessuna stima, segnò la mia vita con
una di quelle perle di saggezza che solo chi è consapevole dell’andamento alterno della Vita e delle proprie capacità può sentenziare. Disse: “Io non so tutte le cose che sa la maestra dei miei figli e non sono neanche intelligente come lei, ma una cosa la so: se un giorno, per un motivo qualsiasi non avessi nulla, io saprei sopravvivere e lei no. Io so coltivare la terra, so conservare il cibo, so curarmi con le erbe, so confezionare un abito e so addirittura filare e tessere. Qualunque cosa accada, io sarò indipendente e sopravviverò!”
Sentire queste parole, fu per me come uno squarcio nella mente.




...e da lì, come un domino che crolla pezzo dopo pezzo, iniziai ad osservare la mia vita.




Cosa sarei in grado di fare io, se davvero dovessi far da sola?

Ho cercato di approfondire le mie osservazioni: la cosa più grave che ho riscontrato è il nostro sistema abitativo: soprattutto nelle città dipendiamo.

Dipendiamo da entità senza volto, che in un istante, per volontà, per guasti, per fenomeni naturali di grossa entità, potrebbero annientarci in poche ore.



L’acqua: anche se molti la consumano minerale, è sempre monopolio di altri e non della nostra capacità di trovar risorse...

Il riscaldamento e il cucinare: senza gas, o energia equivalente, non ci si può scaldare.

L’energia elettrica, dalla quale, alla fine, dipende anche tutto il resto: dalla conservazione dei cibi, al lavaggio dei panni, compresa l’assurdità di asciugarli quando tempo e aria lo farebbero comunque senza nessuno sforzo da parte nostra, alla comunicazione - per la quale, oggettivamente sto attingendo anch’io grazie a yastaradio e a internet - ma parlo anche di telefoni, di immagini televisive e non, di vetrine accese, di fabbriche attive, di mezzi di trasporto. Parlo di pompe per la benzina, parlo di robot per cucinare, di microonde, di divertimenti, di aromatici caffè al bar, di strumenti che riducono i nostri sforzi dall’avvitatore elettrico al carro ponte che sposta lastre di marmo.


Parlo di caldaie e di stufe a pellet che senza la scintilla non si accendono, parlo di domotica e di case trappola, nel momento malaugurato di un blackout un po’ più lungo del previsto...

Nessuna delle nostre case è attrezzata per far fronte a eventualità, pessimistiche e catastrofiche fin che si vuole, di questo tipo.

Ora, sappiamo tutti quanto un terremoto, o uno tsunami siano imprevedibili.
Sappiamo tutti che anche le guerre sono dietro l’angolo, ma dietro l’angolo solo dal nostro punto di vista perché dove non vogliamo guardare ci sono persone reali, e tra le tante morti provocate direttamente dal conflitto ci sono anche persone che muoiono perché la devastazione ha tolto loro il minimo necessario alla sopravvivenza.



Dando per assunto che le guerre sono da condannare, sempre, senza sconti, ho preso questo tragico esempio per sottolineare che la stessa sorte può colpire inaspettatamente ovunque. E’ vero “può”, e non è detto.


Ma davvero saremmo in grado di cavarcela se per un motivo qualsiasi ci trovassimo senza    
energia elettrica?
Il primo grande caos sarebbe legato alla comunicazione: noi che non sappiamo più nemmeno chi abita nell’appartamento a fianco, come potremmo restare in contatto con i nostri cari, con i nostri collaboratori, con i nostri clienti?


Come potremmo fare i consueti acquisti con il bancomat o prelevare da un qualsivoglia sportello se i computer delle banche fossero tutti in blocco?



E le pompe di carburante? Come si rifornirebbero le auto e i camion? 

E il cibo? Cosa potremmo portare in tavola? Prodotti pronti dalla pasta allo scatolame sarebbero disponibili nelle corsie dei negozi, ma presto non ci sarebbero più rifornimenti di prodotti freschi e quelli presenti andrebbero in rapido deperimento..ma ci sarebbe anche da chiedersi come potrebbero aprire ed essere attivi i vari negozi, con le saracinesche automatiche, i sistemi d’allarme inseriti, le casse con lo scanner e gli scontrini fiscali?



Certo, sicuramente tutte le strutture di una certa portata sono dotate di generatori, ed è un limite mio non conoscerne esattamente il funzionamento, ma così, a spanne, mi vien da pensare che nemmeno quelli si autoricarichino. Che cosa succederebbe se davvero il sistema elettrico entrasse totalmente in blackout come nel non troppo lontano 2003?


Scusate se faccio una digressione: quella notte di settembre fu...magnifica. Guidavo in autostrada in un buio atavico e assoluto; vedevo stelle in un numero mai immaginato prima e percepivo prepotentemente l’intensità della Notte e della sua Vita nascosta e il danno gravissimo, se non irreparabile, che noi come genere umano abbiamo inflitto alla Terra e a tutte le sue creature, noi stessi compresi, spezzando il ritmo naturale di veglia e sonno, di azione e stasi...e immaginavo i viandanti dei secoli passati guidati dalla luce della Luna orientarsi con le stelle. Chissà se la Signora Rina avrebbe saputo fare anche questo?



Cosa succederebbe, chiedevo appunto, se il blackout fosse proseguito nel tempo?

Mi viene da pensare a scene tipo “The day after”!

Una quantità di persone disorientate, smarrite, attonite...
Non posso certo parlare di Paesi che non conosco, ma certamente noi dei Paesi cosiddetti civili e industrializzati, non siamo più in grado, credo, di vivere senza una spina, senza un collegamento elettrico.


Non solo gran parte delle attività quotidiane, come ho già esemplificato, sono vincolate all’uso di elettricità, ma ci siamo anche così assuefatti da diventare tutti sempre un po’ meno abili: non sappiamo più scrivere a mano, non sappiamo più spostarci senza un navigatore, non sappiamo quasi più fare le scale, andiamo in crisi senza un’aspirapolvere e lo preferiamo automatico, per cucinare usiamo apparecchi che ci sostituiscono in tutto...Persino lo spazzolino da denti è elettrico, Persino la fatica di girare una chiave nella toppa ci è troppo gravosa e preferiamo le chiavi elettroniche, persino le esperienze sensoriali e sessuali possono essere soddisfatte elettronicamente! 

Se continuiamo così, ci trasformeremo in un’orda di cervelli con corpi inabili e inefficienti, incapaci di muovere muscoli e creare se non programmi e robotica...Ma torniamo al presente e alla nostra dipendenza energetica: chi sa ancora usare una falce per raccogliere il grano o per tagliare l’erba? In quanti coltivano un orto? In quanti cucinano partendo da materie prime? In quanti sanno ancora usare le proprie mani e menti in modo creativo?

Come sapete, la mie mente è probabilmente troppo ingenua per leggere un disegno dietro a certi eventi soprattutto perché incapace di estrinsecarne uno scopo: piuttosto sono più propensa a vedere concomitanza di eventi e di comportamenti che convergono in una direzione, per quanto non riesca a farla mia.


Quindi non mi so spiegare questa autocastrazione della creatività e dell’autonomia collettiva, ma è quanto novità dopo novità, vedo emergere nelle mie osservazioni.

Da Bastiàn Contrario quale sono, e per fortuna so che almeno in questo ambito sono in buona compagnia, sto cercando di fare il gambero e allontanarmi poco a poco ma con costanza da troppe cattive abitudini acquisite.


Devo dire che per alcune cose sono piuttosto in gamba e volenterosa, un po’ per scelta e un po’ per natura, tuttavia ho deciso di tuffarmi in questo cambiamento in modo più consapevole e radicale: rinunciando al mio perfezionismo ho scoperto il gusto di sperimentare, di rischiare e di inventare: di certo a casa mia, sono pochi gli operai che si presentano: dal dipingere una parete, allo stravolgere i mobili nell’uso e nella forma, a tirare su un muretto...nulla mi ferma! Così come, a suo tempo, avevo imparato a fare la pulizia dello scalda bagno, a rimettere a posto le tapparelle sostituendo stecche, subbi e corde,  e ad arrabattarmi con macchina da cucire e lavoro a maglia. Si, sono abbastanza intraprendente, “ma”.

“Ma” queste cose non salverebbero la mia vita, né quella di chi amo.
Mi si insegna da sempre, però, di imparare l’arte e di metterla da parte, di essere previdente, di non farmi sorprendere dai colpi di coda della vita.
Avere competenze e autonomie può davvero fare la differenza, diceva la signora Rina.



Ed è per questo che cerco di allenarmi dove posso, sforzandomi di rendermi via via il più indipendente possibile...


Quando ho acquistato casa, da ogni parte mi sono sentita dire che ero pazza a volere anche della Terra: la Terra è faticosa, la Terra è bassa, la Terra ruba il tempo, mi sentivo dire.
Mi sentivo dire che la stufa a legna è fatica sprecata e fa polvere.
Che rinunciare alla lavastoviglie e all’aspirapolvere è follia.
Che avere i negozi lontani era impensabile.




C’è del vero in tutto questo. Ma da questo non emerge la serenità e la soddisfazione e la libertà che poco a poco mi guadagno: ho imparato a fare un buon pane tutto a mano, a raccogliere erbe commestibili e curative e frutti di stagione, a pulire casa senza ingombri nello sgabuzzino, nella bolletta e nel mio sforzo ecologico, a trovare leggerezza nel lavare i piatti, ad avere sempre minori bisogni da soddisfare.

E sì, la Terra è bassa, la Terra è faticosa e la Terra richiede tempo.
Ma la Terra è impagabile: la Terra è un’esperienza tattile quando la scavi con le mani, la semini e la diserbi, è un‘esperienza termica quando senti sulla pelle i capricci del sole delle nubi o del vento, è un‘ esperienza olfattiva quando l’umidità e il calore ne sviscerano l’essenza o quando tocchi, spezzi o sfreghi steli e foglie...


Sudi e ti affatichi come quando si fa l’amore e come con l’amore generi, perché non c’è nulla di più eccitante del germoglio che fa la sua comparsa e testimonia l’inizio di una nuova Vita...

Ma  la Terra è anche Maestra, grande Maestra!, di riflessioni e considerazioni: considerazioni che mi pongono violentemente davanti all’Umana prepotente supremazia, quell’aspetto così difficile da contenere e misurare, quello che ci spinge a decidere chi deve o non deve sopravvivere o esistere: ogni volta che estirpo quella che considero un erbaccia, mi chiedo chi sono io per poter decidere della sua esistenza e allo stesso tempo mi trovo obbligata a riconoscere che la sopravvivenza delle altre specie per le quali mi entusiasmo, è in fondo, un loro privilegio a mio beneficio e mi accorgo una volta di più che il buono e il cattivo non sono poi così distanti l’uno dall’altro.



Per oggi Bastian Contrario ammaina le vele: certa che di spunti da ridefinire col vostro pensiero e col vostro sentire ne abbiate avuti a sufficienza, vi affido al resto della ciurma per altre destinazioni.

Come sempre gli appuntamenti sono a lunedì alle 19.00 per le nuove puntate e al giovedì e al sabato alle 11.00 per le repliche.

Come sempre la baia dei Pirati è su yastaradio.com, dove potete scriverci oltre che ascoltarci.
Come sempre ci trovate anche su facebook alla pagina Radio Pirata - la Radio nella Radio.
Come sempre potrete riascoltare Bastiàn Contrario attraverso il blogspot di Elena Furio.
e come sempre ...eli the worst vi saluta, con la mente già protesa verso un nuovo bordeggio da condividere con voi!












Nessun commento:

Posta un commento

Lasciare un pensiero, apre a chi lo legge una nuova porta nella sua mente......