Paflasmòs

domenica 14 gennaio 2018

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08/12/17
45a Puntata: 
Radio Pirata - la Radio nella Radio
presenta:

Bastian Contrario_Il dono della "e"

Radio Pirata - la Radio nella Radio in onda 

Lunedì ore 19.00 su www.yastaradio.com 
Lunedì ore 21.00 su Radio RCS 
(91.5fm Basso lago di Garda e 98.6fm Bassa Veronese e Lessinia)
in replica al Giovedì alle 11.00 su www.yastaradio.com
in replica la Domenica alle 23.00 su www.yastaradio.com
oppure... dal podcast di www.radiorcs.it

Bastiàn Contrario:
"IL DONO DELLA E"
per l'ascolto clicca QUI

clicca su "Continua a leggere...»"il testo

Il fatto di essere davvero concentrati su un obbiettivo comune, ossia il massimo benessere possibile di Anna, il fatto che questo obbiettivo fosse al di sopra delle parti, ci ha permesso proprio questo avvicendamento, questo reciproca fiducia e complice collaborazione. Ci ha permesso di diventare un tutt’uno per realizzare uno scopo più grande.

Una nuova puntata, cari Pirati di Radio e di Terra, la 45a! Una puntata il cui titolo è...
“il dono della e”, quella e che fa si che io e Gabriele e Luca e dj Pilo, insieme, sulle rotte del  Dalse e di Filippo - che ringrazio uno per uno! - siamo con voi anche questa settimana.

Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...

Ieri è partita per un’altra dimensione una cara e preziosa Amica, Anna. 
Non lasciatevi spaventare dall’incipit di questa puntata, sono pur sempre eli the worst, il vostro Bastiàn Contrario. Credete davvero che in un frangente del genere possa tradire la mia tendenza a ribaltare lo sguardo comune sulla Vita e sulle sue manifestazioni?
Dicevo, Anna ha lasciato questa dimensione intessendo e creando e manifestando e realizzando con il suo semplice esserci una realtà meravigliosa che sarà per noi che le eravamo vicini, ma spero anche per voi che mi ascoltate, un’eredità magnifica da far crescere come un’onda dirompente e potente che arrivi a toccare le spiagge e gli scogli del cuore di ogni essere che si definisca Umano.

In breve, la storia nella sua parte ahimè più comune a troppa sofferente umanità, è quella del greve e doloroso percorso che intraprende chi viene colpito da un tumore cattivo e invincibile, con tutte le altalene di speranze e scoraggiamenti, di sollievo e di dolore e che non intendo proprio scandagliare, sia nel rispetto di chi è colpito da questo male, sia perché non è l’approdo della puntata di oggi, sia perché non è mio interesse né scopo rattristarvi.

Dicevo, stare accanto ad Anna, che per altro conoscevo da un tempo discretamente breve, è stata semplicemente un’esperienza straordinaria, straordinaria per molti aspetti: mi è stato aperto uno spazio impensato al suo fianco: ho sentito la grande responsabilità e l’onore ricevuto di accompagnarla fianco a fianco in questa esperienza che, quando sarà nostra, sarà comunque unica, irripetibile e senza prove generali. Non posso negare il mio timore di non essere all’altezza, di sbagliare, di arrivare a un punto in cui avrei potuto desiderare di scappare via. Ma il pensiero di Anna, una donna forte e autosufficiente, montanara nel cuore, sola suo malgrado per i disegni imperscrutabili della Vita, ha fatto sì che essere al suo fianco nel periodo più difficile e sconosciuto della sua Vita mi facesse superare con coraggio, con gioia e senza fatica tutti gli scogli che il mio tranquillo egoismo e desiderio di una quotidianità ovattata e senza imprevisti particolari cercavano di mettere sul nostro cammino.
Chiacchierando e filosofeggiando con leggerezza liberatoria sui dubbi e sulle presunte verità legate alla Morte, permettendoci di conoscere le rispettive visioni, accoglievamo eventuali timori esorcizzando le paure che entrambe nutrivamo, arrivando a riderne e a progettare arzigogolati modi per creare un varco certo tra le dimensioni...

Abbiamo vissuto così alcuni mesi. Non fianco a fianco, ma con una costante relazione e interazione spalmata morbidamente nelle settimane.

Fino a quando, saltando i passaggi, è arrivato il ricovero e la necessità di assistenza. 
Tutto quello che era accaduto prima di quel giorno, visto ora con gli occhi della visione panoramica sul passato, è stato come il competente lavoro di un contadino che esegue pazientemente tutti passaggi per rendere fertile e prospero per tutti il suo campo.
Questo ha fatto Anna, costruendo via via un cammino di speranza e coesione.

Come accennato, io e Anna, avevamo avuto fino a quel momento un rapporto quasi esclusivo, il che implica che io quasi non conoscessi il resto delle Amicizie che l’avevano accompagnata da sempre o da stazioni più lontane, sui binari della sua Vita.

Poco a poco, ho iniziato a sentire nomi per me nuovi nei suoi racconti, nel suo chiacchierare delle visite che riceveva quando io non c’ero e ad incontrare uno dopo l’altro i volti che rispondevano a quei nomi.

Nella mia superficialità, non mi ero posta domande, dando quasi per ovvio e scontato che la sola a non conoscere gli altri e la loro storia fossi io: in ogni caso, col passare dei giorni ciascuno di quei Nomi, ciascuno di quei Volti, ha fatto la sua preziosa e insostituibile parte nel sostenere, accompagnare, facilitare, proteggere Anna nei suoi ultimi giorni, ciascuno ha rivestito ruoli specifici e svolto mansioni richieste.

In tutto questo lo spirito e la forza di Anna, strenuamente combattiva ma serena, grata del tempo, delle cure, dell’amore profuso nei suoi confronti, era diventato la forza motrice e l’obiettivo stesso di tutto il nostro operare di piccole grandi Api intorno alla loro Regina.

Dicevo che poco alla volta ci siamo incontrati, spesso a gruppetti caciarosi che coinvolgevano o erano stuzzicati da Anna, poco a poco a due alla volta, nel momento di abbracciarci prima di affidarla alle cure di chi sostituiva con altrettanto amore e dedizione chi se ne andava.
Abbiamo iniziato a riconoscerci per Nome, a sorridere in cuor nostro per le qualità specifiche che ciascuno metteva in campo sempre e solo per rendere gli ultimi giorni di Anna i migliori che ci fosse possibile.

Come tessere di un puzzle, nessuno di noi singolarmente avrebbe potuto completare e colmare tutti i bisogni e i desideri che volevamo soddisfare per Anna.

Solo l’unione di ciascuna tessera, la collaborazione e la diversità individuale potevano completare quel disegno, quel quadro, esattamente come Anna, pittrice qual’era, desiderava realizzare.

Le tessere di quel puzzle hanno continuato ad aumentare di numero, ad unirsi e intrecciarsi le une alle altre, come si compete ai dentini tagliati con precisione, per comporre l’immagine completa, in tutto il suo splendore umano, creativo e spirituale.

E’ poi giunto per Anna il tempo dei lunghi silenzi e del sonno forzato, tempo per noi della presenza costante e dei percorsi interiori, momento del confronto diretto con chi ormai ci era diventato compagno, complice e riferimento.

Si sa come va in queste cose, arriva il momento in cui ciascuno spirito cerca la forza supplementare nel proprio credo. Arriva il momento in cui ci si rivela, mettendo a nudo ciò che ci è più intimo.

E’ stata un’epifania di credo diversi, dall’intreccio di scuole buddiste di diversa formazione, all’invio di protezione spirituale da parte di entità preposte, alla devozione speciale per la Madonna, ai doni di energia e luce inviati da lontano, e forse altri che non ho avuto l’occasione di cogliere, fino a chi ha menzionato addirittura l’epurazione da un malocchio.

Ma tutti questi individuali percorsi diversi, ciascuno risposta alla tendenza umana di trovare un senso e una forza nella Vita, tutti accomunati da un desiderio di vivere in un flusso di energia d’Amore, a prescindere dalla modalità del suo conseguimento, non sono stati affatto motivo di frattura, di discriminazione, di sguardi diffidenti. 

Non c’è stato conflitto tra le fedi, esattamente come dovrebbe essere. Sempre.

Il fatto di essere davvero concentrati su un obbiettivo comune, ossia il massimo benessere possibile di Anna, il fatto che questo obbiettivo fosse al di sopra delle parti, ci ha permesso proprio questo avvicendamento, questo reciproca fiducia e complice collaborazione. Ci ha permesso di diventare un tutt’uno per realizzare uno scopo più grande.

In giapponese so che esiste un termine per definire questo modo di agire: itai doshin. Significa, in poche parole, tanti corpi e una stessa direzione della mente, ossia l’azione di più entità diverse e con caratteristiche individuali, che si uniscono senza altro fine che realizzare un obbiettivo comune.

Questo abbiamo agito noi, Amici di Anna. Lo abbiamo agito inconsapevolmente, spontaneamente, attratti da lei come una calamita attrae pulviscolo di ferro che si avvicina da tutte le direzioni e si compatta omogeneo intorno alla calamita stessa...

Se guardo, con gli occhi dell’immaginazione, vedo proprio questo numero di persone che è apparso con tempi e distanze diverse all’orizzonte entrando e collocandosi con estrema naturalezza e precisione nel Cerchio di Anna...

Quando Anna ci ha lasciati, ci eravamo incrociati ormai tutti.
Ci ha silenziosamente affidato questa eredità enorme che è la strada della Pace.

Una Pace che non è trascendente, ma tanto Umana quanto lo è la nostra volontà di unire anziché dividere, di accogliere anziché respingere, di interagire anziché avere l’arroganza e la supponenza di farcela da soli, di essere grati per le diversità e la complementarietà che comportano anziché voler essere tutti uguali, di poter accantonare i nostri falsi assoluti per far spazio a chi ci è vicino, di sostituire i pregiudizi con la curiosità di conoscerci, di superare la nostra zona di comfort per andare a rafforzare quella di Altri...

Non posso dire se noi, Amici di Anna, continueremo le nostre frequentazioni, ma di certo c’è ancora speranza per questo Mondo, un Mondo che vedo più bello, sapendolo abitato da persone così...

Anna, la dolce Anna che più volte ci ha ringraziato per aver reso il più bello della sua Vita quello si era immaginata come il periodo più brutto, ci ha lasciato questa grande esperienza condivisa, questa immensa e preziosa consapevolezza di quanto la Vita umana, a qualsiasi punto sia del suo percorso, possa essere preziosa in sé e per chi l’accompagna: Maestra, come lo è stata in Vita, ci ha insegnato che anche la Morte porta doni preziosi a chi li sappia cercare, e ci ha lasciato in dono una singola lettera dell’alfabeto, a fare la differenza nella Vita di ciascuno.

Ci ha lasciato la lettera “E”, la lettera che unisce, la lettera che accomuna, la lettera che rafforza, la lettera che ci permette di provare anche sentimenti contrastanti nello stesso istante, come il dolore per una Grande Assenza e la Gioia stessa per l’insegnamento, il dono, l’eredità che questa assenza ci ha restituito.

Grazie Anna. Tu che non volevi che ti chiamassi affettuosamente “Annina” non sei mai stata piccola, e ora sei semplicemente immensa!

Ecco svelata, cari Pirati di Radio e di Terra, l’origine della silenziosa rubrica “Il cameo di Anna”. Che sia per voi, come lo è per me, un costante motivo di gioia e di impegno sostenuti dall’esempio di Anna. 
Questa Anna che, sono certa, incontrerò grata di Vita in Vita. 

Per oggi vi auguro un buon bordeggio, iniziando a liberare le stive dalle “o” per far carico di “e” sui vostri bastimenti, così da ascoltarci su yastaradio al lunedì alle 19.00, al giovedì alle 11.00, alla domenica alle 23.00 e sui 91.5 e 98.6 in fm di Radio RCS il lunedì alle 21.00!

      

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